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Università di Pisa: riprodotti i funghi autoctoni da distribuire agli agricoltori dei paesi del progetto europeo GOOD

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Per difendere i terreni dalle erbe infestanti e ridurre l’uso di erbicidi, esiste una tecnica che prevede l’inoculazione di funghi simbiotici sui semi delle cover crops, colture impiegate per proteggere i terreni dall’erosione e aumentare la sostanza organica.

Per promuovere questa pratica, ricercatori e ricercatrici dei laboratori di Microbiologia dell’Università di Pisa hanno riprodotto nelle serre del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali i funghi autoctoni di vari paesi europei, che verranno distribuiti agli agricoltori.

Questa attività fa parte del progetto europeo GOOD (AGrOecOlogy for weeDs), che ha visto il suo primo meeting ufficiale tenersi a Pisa dal 28 al 29 maggio scorsi, riunendo i vari partner.

“La nostra serra sperimentale ospita oltre settanta vasi con piante ‘trappola’ utilizzate per riprodurre i funghi simbiotici. Questi funghi, una volta inoculati, incrementano l’abilità competitiva delle cover crops contro le erbe infestanti,” spiega la professoressa Alessandra Turrini del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa. I funghi simbiotici autoctoni riprodotti a Pisa saranno impiegati per la concia dei semi nei diversi living lab del progetto, veri e propri laboratori interattivi dove scienziati e agricoltori collaborano strettamente.

L’obiettivo di GOOD è trovare soluzioni innovative per la gestione delle erbe infestanti in Europa, migliorare la sostenibilità e la resilienza degli agroecosistemi, promuovere la transizione agroecologica e ridurre la dipendenza dagli erbicidi, che rappresentano la seconda categoria di pesticidi più venduta in Europa. Il meeting di Pisa è stato organizzato dai docenti e dallo staff del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali: Alessandra Turrini, responsabile della Unità Operativa, insieme a Monica Agnolucci, Luciano Avio e Manuela Giovannetti, coadiuvati dai giovani collaboratori Matteo Bellanca, Eleonora Granata, Arianna Grassi e Irene Pagliarani.

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