I laboratori scientifici del campus universitario di Mestre
Marco Polo racconta a Kublai Khan le città che ha visitato nei suoi viaggi, inventa e progetta città immaginarie e con il tempo incuriosisce il sovrano che rapito dai discorsi del mercante lo asseconda e lo trattiene.
Descrive le architetture, gli abitanti, quello che si fa e quello che succede giornalmente mentre asseconda la curiosità del suo interlocutore, lo incanta descrivendo meraviglie – col passar del tempo i discorsi diventano più fitti e comprensibili, Polo riesce persino a condividere la stessa lingua segno di un’intesa sempre più forte.
Scorrendo le città Polo racconta Venezia sempre, è talmente rapito dalla propria città che altro non vede se non la proiezione di qualcosa di familiare – le proprie città invisibili sono le sue esperienze di architetture conosciute.
Il Nuovo Campus con i Laboratori Scientifici sembrano identificare una delle città scorte da Polo nei suoi viaggi fantastici – Una vera e propria città Universitaria caratterizzata da forme audaci che ricordano le Gondole, sorta vicino ai Canali di scambio che per anni hanno popolato la laguna – gli edifici Alfa, Beta, Gamma e il futuribile Epsilon interagiscono con i cittadini popolando un Campus di molteplici attività condivisibili con Mestre e con una storia silente che risale ad Altino, altra città scomparsa.
Le città immaginate da Marco Polo e raccontate da Italo Calvino si fanno tangibili nella Venezia raccontata nel Campus Scientifico di Mestre.
Tra Terra e Laguna sorge il nuovo polo scientifico dell’Università Ca’ Foscari – eccellenza veneta che offre ospitalità agli studenti e ai ricercatori affiliati ad uno degli Atenei più ricchi di storia e tradizione.
Grazie alla consulenza storica di Roberto Stevato abbiamo ripercorso dalle origini la formazione delle città lagunari, scoprendo antiche origini che in nome di antiche divinità e lotte territoriali hanno disegnato i confini di Mestre e Venezia riconsegnandole oggi alla scienza e al sapere.
I nuovi criteri architettonici che hanno portato allo sviluppo dei nuovi disegni richiamano forme e geometrie ispirate alla storia e ai simboli della città.
Labozeta ha curato con attenzione lo sviluppo della progettazione dei laboratori mantenendo lo stile e l’idea concettuale.
- 4000 m2 superficie arredata
- 910 mobiletti workstation
- 800 metri lineari di ceramica monolitica
- 530 moduli banchi workstation
- 304 sgabelli da laboratorio
- 120 armadi di sicurezza per prodotti infiammabili e prodotti corrosivi
- 105 cappe chimiche per lavorazioni a rischio chimico
- 105 sistemi automatici di controllo ventilazione delle cappe chimiche
- 84 aree di lavaggio e decontaminazione
- 67 docce di sicurezza
- 54 Laboratori
- 54 sistemi per il monitoraggio della sicurezza nel laboratorio
- 31 unità di aspirazione localizzata
- 8 cabine biologiche per lavorazioni a rischio biologico
- 2200 punti presa erogazione energia elettrica
- 650 punti erogazione gas tecnici
- 410 punti erogazione acqua
- 390 punti protezione elettrica
- 250 punti accesso rete informatica
- 135 punti erogazione metano