La cappa chimica nella campagna Green di Labozeta
Innanzitutto bisognerebbe porci la domanda: quando parliamo di laboratori scientifici a cosa ci riferiamo? Per dare un’idea più ampia di ciò che andremo ad approfondire bisognerebbe usare un po’ l’immaginazione e catapultarsi dentro qualche laboratorio che abbiamo visto in televisione, magari in qualche serie. Parliamo infatti di luoghi dove si indaga, si osserva, si trasforma e quindi zone altamente sensibili e delicate dove la contaminazione è dietro l’angolo.
Tuttavia, al di là dei pericoli i laboratori oggi sono una realtà presente in tantissime imprese e non solo quelle che indagano attraverso i reperti di un omicidio o il DNA dell’assassino o delle analisi batteriologiche oppure chimiche, ma anche nei controlli di qualità farmaceutici, alimentari, tessili, negli studi dei tessuti umani, nella ricerca chimica, nanotecnologica e biotecnologica, nel controllo delle materie prime e dei prodotti finiti. E se parliamo di chimica o biologia ci accorgeremo che queste due discipline sono praticamente onnipresenti dappertutto con le conseguenti analisi che ne determinano i valori e ne attestano la commercializzazione.
Non a caso, a partire da quello che ingeriamo o indossiamo o viene a contatto con il nostro corpo è oggetto di studio e analisi affinché possa essere inequivocabilmente sicuro per la nostra salute e per l’ambiente.
Insomma ci stiamo imbattendo in un luogo che ha una valenza molto più alta rispetto a quello che pensiamo. Certo, probabilmente il periodo del Covid ha aperto le porte a questi luoghi non troppo conosciuti, spesso nascosti dai riflettori mediatici, ma ne ha diffuso anche l’importanza e le strategie annesse e connesse.
D’altra parte dietro ad ogni progetto di laboratorio c’è uno studio accurato e approfondito che coinvolge molti professionisti: sul tipo di processi che andranno eseguiti, sul numero delle persone che ci lavoreranno, sui ricambi d’aria necessari per evitare eventuali contaminazioni, sulla scelta consapevole della qualità degli arredi e sulla sostenibilità dei materiali che li compongono, nonché l’affidabilità della loro resistenza. Insomma un’analisi che deve necessariamente garantire sicurezza e salubrità.
Parliamo quindi di elementi di estrema importanza che non andrebbero mai sottovalutati. La struttura di tutta la componentistica laboratoriale deve quindi avere caratteristiche specifiche per questi ambienti. L’acciaio, di lunga durata, rappresenta rischio zero in caso di incendi, ma è anche indicato per la durata e l’impossibilità di contaminazione in termini di rilascio di materiali tossici, come avviene per il legno che presenta rischi legati alla formaldeide che è una componente presente nelle vernici e nelle resini legnose.
Ma non solo. Anche la componentistica di un laboratorio fa una grande differenza in termini di durata e di possibilità di riciclarne il materiale una volta giunto a fine vita. Elementi da tenere in considerazione prima di intraprendere strade senza uscita. Inutile nascondere che anche il prezzo ha una sua importanza, ma come accade in ogni settore la qualità è determinante soprattutto in un’ottica di economia circolare.
Per questo Labozeta ha lanciato la proposta di sostituire la propria cappa chimica con una eco sostenibile che di fatto produce un risparmio notevole sia in termini energetici che economici.
Per stimolare questo processo che punta ad aumentare ulteriormente la salvaguardia ambientale, Labozeta applica uno sconto del 20% favorendo anche lo smaltimento gratuito della vecchia cappa. Un’opportunità unica per intraprendere un percorso consapevole di sostenibilità.